Arrivano gli Agrochef, dal campo al piatto.

Arrivano gli Agrochef, dal campo al piatto.

Ecco gli Agrichef che portano la biodiversità in tavola

 

Dal campo al piatto: non è uno slogan, ma un’esigenza gastronomica che la Confederazione Italiana Agricoltori affida agli agriturismo di Turismo Verde.

Dal 18 giugno all’Expo si scopre come mangiare secondo campagna

 Si è assistito negli ultimi anni all’inversione di Feurbach. Non siamo più ciò che mangiamo, ma mangiamo ciò che siamo. Omologati, globalizzati, stressati dalla percezione di un tempo che si restringe sempre di più. Questo ha portato allo strabismo gastronomico: da una parte la cucina – come l’avrebbe definita Artusi – di parata operata spesso dai “cuochi d’artificio” quelli che badano più all’apparenza che alla sostanza, dall’altra una cucina sempre più standardizzata dove più che il sapore conta il prezzo. Eppure nei consumatori è cresciuta la consapevolezza che la cucina ha un valore culturale e identitario, che la nostra salute dipende in larga misura da come ci alimentiamo e che la dieta mediterranea – riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco – è il regime alimentare più equilibrato e sano. Così se da una parte è in declino la cucina degli effetti speciali, dall’altra emerge il bisogno di chi siede a tavola della cucina dell’esperienza e della buona sostanza. La Cia-Confederazione Italiana Agricoltori porta in Expo una nuova consapevolezza gastronomica, aggiungendo al claim di Expo un valore in più: non solo nutrire il pianeta, ma: come nutrire il pianeta. E la risposta è una sola: seconda natura. Recuperando nelle abitudini alimentari il valore della cucina come identità e del cibo come espressione dell’agricoltura di prossimità. Dal campo al piatto, non è uno slogan ma un’esigenza gastronomica e una risposta alla domanda alimentare, che vale in Italia ma è un protocollo universale.

Così Cia con Turismo Verde dal 18 giugno e per tutta la durata di Expo propone un evento che è il manifesto del mangiare secondo campagna. Si tratta del Primo Festival dell’Agriturismo Italiano che debutta appunto il 18 giugno alle ore 20 con la prima cena preparata da Lia Galli (agriturismo Villa Caprareccia, Bibbona in provincia di Livorno) che sarà ospite dell’Agriturismo Cascina Caremma (Besate, in provincia di Milano). Mangiare secondo campagna vuol dire da una parte recuperare la cucina di tradizione, quella cucina che si è stratificata nel corso dei secoli e che si è via via modificata attualizzandosi, che è un manifesto sensoriale dell’identità rurale e dall’altra esaltare la biodiversità che connota i cibi, che costituisce il vero patrimonio gastronomico italiano.

Ma vi è una terza ragione per cui rilanciare il mangiare secondo campagna diventa decisivo. In questa prassi gastronomica si ha la dimostrazione della centralità dell’impresa agricola che dal campo al piatto chiude la filiera e che dal campo al piatto trasforma la coltura in cultura assicurando il giusto reddito all’impresa medesima. Un protocollo che vale sommamente in Italia ma che la Cia ha l’ambizione di proporre a tutti gli agricoltori del mondo che possono attraverso l’esperienza gastronomica comunicare al consumatore il valore del lavoro agricolo, il sapore delle materie prime agricole – e qui la biodiversità gioca un ruolo fondamentale – che si fanno buon cibo, cioè sano sostenibile e funzionale,  e il calore del contesto rurale dove alimentarsi torna ad avere lo spessore della convivialità e della consapevolezza.

Scriveva Jean Anthelme Brillat Savarin nella Fisiologia del Gusto: “E’ necessario per gustare un piatto che sia chi lo cucina come chi lo gusta posseggano entrambi l’exactitude”. L’exactitude è la capacita di comprendere non solo i sapori, ma le ragioni di un piatto ed è l’abilità di prepararlo e di gustarlo secondo prassi che prevedono l’ascolto delle materie prime e dei processi di trasformazione. E’ esattamente quello che fanno gli Agrichef e che possono apprendere coloro i quali si siedono a queste tavole dove si mangia secondo campagna.

 

Il primo festival dell’Agriturismo: non una sfida ma un incontro

La formula del primo festival dell’agriturismo organizzato da Cia e Turismo Verde in concomitanza con Expo è il primo tentavo mai fatto in Europa di proporre una positiva contaminazione tra la biodiversità in cucina. Da sempre la cucina si è nutrita di apporti di materie prime di diverse provenienze ed un assurdo predicare l’autarchia gastronomica. Tuttavia poiché la cucina è il risultato del prodotto e del processo la contaminazione può dare luogo ad un piatto del tutto nuovo ed autonomo che è risultato della sapienza di chi ha coltivato e dell’abilità di chi ha cucinato. E’ proprio su questo incontro che si è strutturato al primo Festival dell’Agriturismo: tra biodiversità e saperi.

La serata inaugurale ci sarà il 18 giugno alle ore 20 alla Cascina Caremma ( Località  Via Cascina Carema, 1 – Besate – Milano) che ospiterà Lia Galli dell’Agriturismo Villa Caprareccia (Bibbona, Livorno) in una serata toscolombarda. L’idea infatti è quella di far ospitare dagli agriturismi lombardi delle località che fanno corona all’Expo i cuochi e le cuoche degli Agriturismo di tutta Italia per generare una sorta di fusione della cucina di tradizione italiana del mangiare secondo campagna. All’incontro del 18 giugno ne seguiranno un’altra ventina che scandiscono tutto il calendario fino alla conclusione di Expo.

La Cia con Turismo Verde attribuirà a tutti gli agriturismi ospitanti e a tuti quelli ospitati il titolo di Agrichef. A tutte le serate gastronomiche parteciperanno esperti e produttori per stilare con i fatti il manifesto della cucina secondo campagna.

 

Il calendario – Gli incontri del primo Festival dell’Agriturismo sono per ora scanditi da queste date, ma il calendario è un progress che si arricchirà settimana dopo settimana. Gli incontri fissati sono per ora questi:

Giugno

Giovedì 18: Besate – (Mi) Cascina Caremma  – Località Cascina Caremma, 1 – Tel 02 9055020

 

Ospita la TOSCANA – AGRITURISMO VILLA CAPRARECCIA di Bibbona (Li)

Luglio

Domenica 5 – Robecchetto con Induno – (Mi) Agriturismo Cirenaica – loc. Cascina Cirenaica 1 –– tel. 0331.875855 – cell. 347.5471365

 

ospita  la LIGURIA – LA DEBBIA – Rocchetta di Vara – (Sp) Tel: 338 9638566

 Giovedì 16 –  Besana Brianza – (MB) Agriturismo Brusignone  – Via Alcide De Gasperi, 31, Besana (MB) – Tel. 335 5975100

 

ospita la Toscana – Agriturismo Le Spighe di Orbetello (Gr) – 338 1954350

Sabato 18 Bosnasco (PV) – Bricco dei Ronchi – via Sparano 46 – tel. 02.9302128 – 334.8422746

ospita l’Emilia Romagna – Agriturismo il Farneto di Sogliano al Rubicone (Fc) Tel: 338 8826346

 

Martedì 21 Lodi – San Lucio – località Cascina S. Lucio, Lodi Vecchio, (Lo)
tel:0371 752608 – 329/3805855

 

ospita la Puglia – Agriturismo Marina Piccola di Avetrana (Ta) Tel: 347 2698406

Sabato 25 Gravellona Lomellina (Pv) – Tenuta Belvedere – 338 4458357

ospita l’Emilia Romagna – Agriturismo Via Antigua di Fidenza (Parma) Tel:347 3021966

Agosto

Venerdì 7 Bosnasco (PV) – Bricco dei Ronchi –  via Sparano 46 – tel. 02.9302128 – 334.8422746

Ospita l’Abruzzo – con l’agriturismo Capodacqua di Cermignano (Te) tel: 0861 66678

 

La prima serata- i protagonisti- il menù

Cascina Caremma – Se esiste il prototipo dell’azienda agricola multifunzionale Cascina Caremma lo è. Nel cuore della campagna lombarda Cascina Caremma è contemporaneamente azienda agricola vocata alla biodiversità, sosta gourmet grazie alla tavola del suo agriturismo che offre cucina di territorio dove trionfano i prodotti aziendali come ingredienti, luogo dove vivere la campagna in termine di valore culturale e stile di vita sosta di remise grazie alla sua Spa, luogo dell’esperienza grazie alle passeggiate a cavallo ai laboratori didattici ai percorsi polisensoriali, infine luogo di cultura per le serate a tema che spaziano dal cinema ala letteratura alla conoscenza della natura. In questo contesto di raffinata ruralità si svolge la prima tappa – il 18 giugno – del Festival dell’Agriturismo organizzato da Cia e Turismo Verde. (Info www. caremma.com; tel  0290504265).

Villa Caprarecia –  In Toscana, nel Comune di Bibbona, lungo la Costa degli Etruschi a soli 7 Km. Dal mare, vicino alla splendida “Macchia della Magona”, sorge l’Agriturismo “Villa Caprareccia”, immerso nei 35 ettari coltivati a vigneti, oliveti e frutteti della nostra azienda agricola.

E’ anche questa un’azienda agricola polifunzionale dove accanto alla coltivazione e all’allevamento vi è una ricca produzione che alimenta la cucina del ristorante dell’agriturismo dove la cucina maremmana trova la sua espressione più alta. Tra i servizi dell’azienda camere accoglienti, piscina, ristorante con servizi di Bed & Breakfast o mezza pensione e persino la possibilità di fare Camping totalmente immersi nella natura. (www.villacaprareccia.it – tel 0586.670.128)

 

Lia Galli – Un folletto tra i fornelli. Lia Galli – minuta ma sorretta da una volontà ferrea –con due occhi che sembrano carboni ardenti non solo conduce la sua azienda agricola Villa Caprareccia ma prima di tutto coltiva la sua passione per la cucina. Si è formata agli insegnamenti della nonna e le sue ricette sono tutte di stretta osservanza rurale e maremmana. Il suo collo di gallina ripieno – un vero piatto della memoria – è una sorta di gustosa archeologia gastronomica. Il coniglio, il pollo, ma anche le paste fate in casa, i piatti vegetariani: tutto esce dall’orto e dai campi di casa. Lia come s’addice a chi  ha le radici in terra di Maremma ha una predilezione per i piatti di mare e un linea gastronomiche che predilige i profumi della macchia, della natura. Alla sua maestra di cucina –la nona – Lia ha dedicato anche i suoi libri di cucina in racconta non solo le ricette, ma le ragioni sentimentali del suo far da mangiare.

 

I piatti – Come detto la serata inaugurale del primo Festival dell’Agriturismo si caratterizza per un incontro toscolombardo.  Così per antipasto sarà servita una selezione dei salumi della Cascina Caremma (ospitante). Seguirà sarà un cavallo di battaglia di Lia Galli: il tortino di zucchine con il suo fiore ripieno e finocchiona. Ci si proietta con questa ricetta ina una dimensione totalmente toscana: l’orto che dà la zucchina, il fiore di zucchina ripiena che sa di Maremma in un influsso gastronomico etrusco, infine la finocchiona che porta in confidenza con la cultura gastronomica della Toscana interna. Come primo piato la chef di Villa Caprareccia propone: il raviolo farcito di pappa al pomodoro e Pecorino toscano con pancetta croccante e maionese di uova sode. Qui siamo alla dimostrazione di come senza tradire in nulla l’origine la tradizione divenga evoluzione formale. La pappa al pomodoro è la cucina del riuso toscana per antonomasia, attribuita alla gastronomia fiorentina ma in realtà evoluzione delle acquecotte. Un piatto di assoluta compiutezza nutrizionale. La citazione del Pecorino e della pancetta croccante è un’altra radice perfettamente maremmana che però si attualizza sotto forma di arricchimento del piato. La maionese di uovo sodo è un escamotage antichissimo che Lia Galli attualizza. Nei pranzi in bandita l’uovo sodo con un po’ d’olio era sempre l’amuse bouche per i commensali reduci dalla cacciata. Ed ecco che siamo di fronte ad un primo piato che va dall’Artusi alla carbonare i una contaminazione felice di usi gastronomici.   Per secondo piatto interviene di nuovo Cascina Caremma con il suo allevamento di carni che saranno acconciate all’uso di fattoria: semplicemente grigliate, infornate, scottate. A chiudere un dolce che è un manifesto dell’aristocrazia rurale, ma anche una prova di abilità gastronomica: la Millefoglie con crema calda in cui la freschezza delle uova (che derivano dal benessere animale: gli agriturismi allevano solo galline brade e semibrade alimentate naturalmente) è fondamentale per conferire spessore e profumo.

 

Il gastronomo – “Questo festival dell’Agriturismo – commenta l’enogastronomo Carlo Cambi, volto noto del La Prova del Cuoco (Rai 1) e autore del Mangiarozzo, un best seller che racconta la cucina di tradizione che sarà il narratore della serata d’esordio del primo Festival dell’Agriturismo – è la riposta più valida al desiderio di buona cucina che si è affacciato finalmente in Italia. E’ tramontata – e lo hanno sancito anche recentissimi pronunciamenti della critica internazionale sempre incline a magnificare la cucina spettacolo e omologante –  la moda delle schiume e dei sifoni, si torna alla cucina del sapere fare e del sapore del fare. Una cucina come quella italiana che ha bisogno della biodiversità per esprimersi. Un paese che ha mille pani, seicento formaggi, altrettanti salumi per non dire della messe di verdure, di frutta, ha prodotto una gastronomia che cambia di valle in valle perché è una cucina che si fonda su ciò che l’agricoltura offre. Avere oggi la possibilità di narrarla facendo degustare i piatti degli agriturismo è la migliore testimonianza che la via italiana al cibo è quella che più rispetta i dettami della sana nutrizione, più dà della cucina una rappresentazione compiuta come valore antropologico. E rende acora più vero che ogni atto di consumo alimentare è contemporaneamente un atto agricolo, un atto economico, un atto sociale e un atto culturale”.

 

Il valore Agriturismo sempre più appetito

 

Il Primo Festival dell’Agriturismo organizzato da Cia e Turismo Verde in occasione di Expo è l’occasione per rimettere in valore l’attività degli Agriturismo che sono sempre più appetiti. Bastano poche cifre per comprendere come l’Agriturismo sia il luogo dove gli italiani scelgono di incontrare la campagna e di gustare i sapori della ruralità facendo diretta esperienza dell’ambiente naturale. Sono oltre 18.000 gli agriturismi in Italia di cui: 15.334 con alloggio, per un totale di 189 mila posti letto 8928 con ristorazione (337.385 coperti circa) 3140 con escursionismo 1615 con equitazione 2398 con mountain bike 1407 con corsi, soprattutto di cucina 51,4 % in collina 34,4 % in montagna 14,2% in pianura 50,4 % al Nord 31,6 % al Centro 18,0 % al Sud e nelle isole. Un movimento economico di alcuni miliardi di euro all’anno. Gli Agriturismo sono peraltro il settore di accoglienza turistica in maggiore crescita in Italia sostenuti soprattutto dalla domanda estera. Basti considerare che secondo i dati di Censis Sevizi l’enogastronomia è il motivo principale per cui gli stranieri scelgono l’Italia come meta turistica; 6 su 10 vengono in Italia esclusivamente per vacanze, e tra questi quelli motivati al viaggio per praticare agriturismo sono il 2%, mentre quelli che nel 2012 hanno scelto la meta Italia esclusivamente per il cibo e il vino sono lo 0,7%. Il comparto agrituristico stando alle rilevazioni di Agrietur è anche quello che maggiormente ha generato valore in agricoltura.  Tra il 1998, anno in cui è stata istituita la legge sull’agriturismo, e il 2013 le aziende sono aumentate complessivamente di circa il 150% Il 45,1% degli agriturismi si trova nel Nord del Paese, il 34,4% nel Centro e il restante 20,5% nel Mezzogiorno. La Toscana resta la regione leader del settore con 4.074 aziende agrituristiche per 50mila posti letto e una produzione di fatturato di 250 milioni di euro all’anno circa, subito dopo ci sono il Trentino Alto-Adige (3.229 agriturismi) e il Veneto (1.222). Quarto posto per la Lombardia (1.132 aziende) e quinto per l’Umbria (1.052). Nel Sud la Calabria conta 466 strutture e la Sicilia 457. Sempre la Toscana resta anche la regione leader per quanto riguarda le quote rosa: gli agriturismi toscani a conduzione femminile rappresentano oltre il 40% del totale rispetto alla media nazionale (34%). Il fatturato medio delle imprese agrituristiche si attesta leggermente al di sotto dei 60 mila euro. Il che significa che l’Agriturismo è una componente fondamentale per l’agricoltura multifunzionale a cui guarda la Cia e un settore che consente di assicurare il giusto reddito alle imprese proprio in quel modello di filiera integrata che Cia ha posta a base del suo progetto di agricoltura. Ecco perché per Cia e Turismo Verde questo primo Festival dell’Agriturismo non è solo un’eccellente manifestazione gastronomica, ma la messa in valore di un modello agricolo per lo sviluppo sostenibile attraverso la valorizzazione dei territori, la difesa della biodiversità, il rilancio della ruralità.

Maria De Giovanni

 

 

 

 

 

 

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