L’esperta chinesiologa Valeria Cannazza risponde, differenza fra sport dolce e riabilitazione
Per “movimento dolce” si intende un tipo di movimento low impact, caratterizzato da una bassa intensità cardiaca. La base è presentata da movimenti progressivi e lenti, selezionati prevalentemente per categorie definite di soggetti: anziani e sedentari, i quali per approcciarsi all’attività fisica hanno bisogno di una rieducazione motoria.
Si parla di movimenti che mirano a rafforzare in modo naturale e spontaneo il funzionamento dell’intero corpo, nel suo insieme, ricercando l’integrazione psicomotoria nella distensione e il rilassamento dei vari distretti corporei.
L’obiettivo è di servirsi di alcune tecniche psico-fisiche già sperimentate, come lo yoga, il training autogeno, la danza, il pilates, per riappropriarsi di capacità e abilità motorie che col tempo sono andate smarrite.
In tale contesto, quindi, il movimento diventa essenzialmente rigenerante, focalizzato ad allontanare gli stress emotivi che si riflettono sulla fisicità. Il risultato è una pratica motoria armoniosa e dinamica, ideale per recuperare a livello vertebrale maggior resistenza, flessibilità e agilità. Tutto ciò per far fronte a disturbi posturali, legati alla rigidità nei tratti cervicale, dorsale, lombare e sacrale, come torcicollo, o lombalgie, artrosi od osteoporosi.
Il movimento dolce aiuta ad “armonizzare” il corpo, mantiene in forma, lavorando sulla sfera fisica e mentale: il benessere conquistato ha certamente ripercussioni benefiche sull’organismo. E il vantaggio di questa ginnastica è che è rivolta a tutti.
Per quanto riguarda la riabilitazione, sebbene si tratti sempre di movimento, si apre un mondo a parte. A differenza della ginnastica, la riabilitazione è rivolta ad una categoria di soggetti che necessitano di trattamenti nella cura di disturbi muscolo- scheletrici e che quindi presentano già uno stato di salute compromesso. Nella riabilitazione, come pure nel contesto motorio prima descritto, è importante seguire un programma su misura del soggetto sofferente, altrimenti si rischia di aggravare la condizione patologica e acutizzarla.
La riabilitazione si occupa del recupero delle funzioni compromesse che spaziano da un evento traumatico di natura ortopedica ad uno di natura neurologica, da patologie reumatiche al recupero a carico dell’apparato respiratorio.
Come si può notare, dunque, la linea che distingue la pratica della ginnastica dolce dalla riabilitazione è veramente sottile ma è certamente definita come lo sono le figure professionali a cui ci si rivolge: il dottore in scienze motorie e il fisioterapista (ma da qui si apre uno spaccato di realtà nazionale per cui la legislazione non definisce chiaramente i limiti tra le due professioni, creando confusione).
Dott.ssa Valeria Cannazza