Tap. Trevisi: “Studi scientifici confermano rischi estremamente rilevanti”
Borgangne 6 ottobre |
“Da anni ci battiamo per il “no” al gasdotto Tap denunciandone la pericolosità e i rilevanti impatti sull’ambiente. Oggi le nostre tesi trovano conferma negli studi del Professor Umberto Ghezzi del Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di ingegneria energetica” È quanto dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi in seguito all’articolo pubblicato dal settimanale “L’Espresso” sul gasdotto Tap. Nell’articolo vengono riportate le osservazioni fatte da Ghezzi in una relazione inviata al sindaco di Melendugno nella quale si parla di “rischi estremamente rilevanti, esplosioni e incendi”. Nella stessa relazione si evidenzia il pericolo che si “formino miscele esplosive che possono essere innescate con conseguenze estremamente rilevanti”. Studi condivisi anche dall’ingegnere chimico Alessandro Manuelli, che denuncia alcuni difetti di progettazione negli scarichi durante le operazioni di manutenzione o in casi di emergenza. Persino la stessa Tap in un documento valuta medio/alto l’impatto sull’ambiente e sulla qualità di vita per le famiglie in prossimità delle principali aree di cantiere. “Non ci stancheremo di ripetere – incalza Trevisi – come una politica energetica basata sul gas nel 2017 sia fallimentare e miope da tutti i punti di vista, ambientale, economico e strategico. E proprio mentre il mondo si muove verso le fonte rinnovabili in Puglia si sceglie di ‘innovare’ puntando ‘sul passato e sul vecchio’. In poco più di un decennio – spiega – i consumi di gas in Italia sono scesi di oltre un quinto eppure oggi qualcuno continua a sostenere che abbiamo bisogno di realizzare dei gasdotti. Senza contare che la direttiva europea Seveso obbliga a rispettare precisi parametri e a consultare la popolazione per la costruzione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante e non ci risulta che nessuno si sia sognato di chiedere a chi vive sui territori che verranno attraversati dal TAP e dalle altre componenti del più lungo ‘Corridoio sud del gas’, se fosse o meno opportuno costruire quest’opera”. Trevisi evidenzia come i pericoli maggiori siano legati ad un possibile guasto nell’area subacquea e soprattutto in quella sotto la terra ferma. La piana della provincia di Lecce si fonda infatti sull’agricoltura, e vi sono vasti campi sotto i quali correrà il gas. Una falla potrebbe coinvolgere le case vicine oltre a piantagioni, alberi e bestiame allevato in quelle zone. Stessi rischi in acqua, anche se le maggiori preoccupazioni nascono dall’impatto ambientale dei 12 ettari di ricettore dove il tunnel fermerà la sua corsa. “Si tratta di una centrale a gas – aggiunge il consigliere cinquestelle – e i rischi per l’ambiente sono sempre elevati. Per il bene e per la sicurezza dei cittadini occorre invece – conclude Trevisi – ripartire con un strategia che punti sulle rinnovabili e la generazione distribuita”.comunicato |