Arriva il cervellone contro le truffe telefoniche e bancarie
Finanziamenti e sim richieste da omonimi e truffatori: arriva la banca dati
Si stanno diffondendo, a macchia d’olio, le truffe ai danni dei cittadini commesse da soggetti che, falsificando i propri documenti, riescono a chiedere finanziamenti alle banche sotto falso nome, in questo modo addebitando le relative passività e sanzioni a persone del tutto ignare di tutto questo. Il malcapitato scopre così, casualmente (di norma quando deve chiedere un prestito al consumo o apre un nuovo conto corrente), di essere stato protestato, segnalato alla Crif o alla Centrale Rischi della Banca d’Italia o interdetto dall’uso degli assegni. Nella migliore delle ipotesi lo stesso problema si verifica in caso di omonimia tra due soggetti. La pratica, così, passa puntualmente a uno studio legale che si mette in contatto con le banche interessate per cercare di risolvere il problema. A breve, però, tutto questo potrebbe essere solo un ricordo. Sta infatti per essere resa operativa una banca dati istituita dal Ministero dell’Economia (e gestita da Consap) contro i cosiddetti furti d’identità. In pratica, ogni istituto di credito o qualsiasi altro intermediario finanziario dovrà, prima di concedere un mutuo, un credito al consumo o aprire un conto corrente, consultare il “maxi-cervellone” e verificare se il cliente che sta facendo la richiesta non abbia taroccato i propri dati e sia chi dice di essere. L’accesso alla banca dati sarà consentito anche alle società di telefonia onde scongiurare il pericolo di intestazioni di sim o di utenze fisse a truffatori. Il funzionamento del cervellone del Mef è abbastanza facile: l’intermediario pagherà la connessione con l’archivio e, una volta consultato, otterrà la risposta in tempi immediati. Verrà, in particolare, effettuata una verifica su passaporti, carte di identità e carte di credito. In realtà, la banca dati altro non è che l’accesso ad altre sei banche dati (tra le quali quella dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps) consentendo una verifica sulla veridicità del dato inserito. La creazione di tale strumento era stata già prevista da un decreto legislativo del 2011 , tuttavia i continui ritardi ne hanno impedito l’attuazione pratica. Oggi sembra invece che la situazione si sia sbloccata. Salvo imprevisti, il cervellone dovrebbe essere operativo entro la fine dell’anno.
La redazione