Ho paura di svenire, risponde l’esperto psicologo Mirco Turco
Carissimo psicologo e criminologo da un po’ di tempo soffro di strani stati di paura, a seguito di una sincope dovuta a una patologia neurologica. Come uscirne? Questo stato mi rende vulnerabile …grazie.
La sincope è espressione di una anomala attività cerebrale, dovuta generalmente ad una diminuzione diffusa dell’apporto ematico al cervello o ad una sua disfunzione metabolica o elettrica, che provoca in tal modo la temporanea perdita di attività di quelle strutture cerebrali deputate al controllo dello stato di vigilanza. Le cause di una sincope sono ovviamente diverse. Nel caso specifico si fa riferimento ad una patologia neurologica, sebbene, andrebbe al contempo considerato il tipo specifico di patologia.
La reazione della paura, su un piano neuropsicologico, coinvolge l’amigdala e la sostanza grigia periacqueduttale e può essere attivata sia da stimoli provenienti dal mondo esterno che dal nostro mondo interno. Quando l’attivazione del sistema è rapida e intensa emerge il terrore, quando invece è costante ma cronica si configura come ansia. Se poi la paura ci impedisce di fare e ci costringe ad evitare, diventa fobia. Gli stati di paura possono quindi assumere tonalità differenti.
La paura, a volte, richiede una sorta di elaborazione matura. Ovvero, dobbiamo comprendere bene cosa ha azionato la nostra reazioni. Se questa capacità di elaborazione non è adeguatamente sviluppata, rimaniamo vulnerabili alla stessa paura e possiamo attivare, di conseguenza, risposte anche per stimoli che non costituiscono un reale pericolo. D’altra parte,” esistono più animali nella tua testa che nella foresta” … dice una canzone! Le sue reazioni sembrerebbero apparentemente connesse agli eventi clinici.
Purtroppo, una parte del nostro cervello non “comprende” che esiste una differenza tra realtà e immaginazione. Questo significa che se io immagino o rimugino su una situazione stressogena o minacciosa, riattivo gli stessi meccanismi come se la minaccia fosse reale. Il circolo diventa dunque vizioso.
In primis, consiglierei di approfondire gli “strani stati di paura”, per comprendere bene come e perché si attivano e/o se sono legati alla stessa patologia neurologica. Una volta scoperto il meccanismo di attivazione, si potrebbe lavorare attraverso esercizi di decondizionamento, oppure, tramite tecniche di rilassamento. Andrebbe anche approfondito se dietro tali paure c’è un significato simbolico o comunque nascosto.
Non necessariamente però gli interventi terapeutici devono essere di lunga durata. Attraverso tecniche di visualizzazione guidata e ipnosi si può intervenire in modo pragmatico, efficace e quasi “istantaneo”.
I meccanismi della paura sono comunque articolati cosi come complesse sono le nostre emozioni. Spesso la paura è anche commista ad alte sfumature e tonalità emotive. Insieme alla gioia, ad esempio, la paura determina il senso di colpa; insieme alla tristezza determina risentimento; insieme alla sorpresa ci dà allarme.
In quest’ ottica, anche le sue emozioni andrebbero meglio affrontate. Spero di esserle stato utile.
Dott.Mirco Turco