La psicologa risponde: adolescenti tutta l’estate sul divano?
Dottoressa Morelli mia figlia tredicenne è in vacanza e io sono felice ma vederla sempre sul divano è avvilente. Che fare? Le ho provate tutte.
Cara lettrice,
non sarà certo una scoperta per Lei leggere che sua figlia sta varcando la soglia della fase adolescenziale: l’età dell’incoerenza, degli opposti e dei contrari. Provo a spiegarmi meglio: gli anni adolescenziali sono meglio descritti come la fase della vita del “tutto o niente”, dell’amore per la vita e della solitudine assoluta, dell’esaltazione e dell’ottimismo e della depressione più cupa; questa è la stagione dei conflitti e dei tumulti che purtroppo rappresentano una vera minaccia per la salute psichica dei genitori e degli stessi adolescenti.
Non si può chiaramente tralasciare il fatto che l’anno scolastico appena concluso sia stato svilente per gli impegni, gli sforzi e le energie richieste, per tanto ora la ragazza ha un reale bisogno di riposo, sosta, tempo per rigenerarsi, e perché no affrancarsi dagli obblighi ai quali è stata legata durante tutto l’anno scolastico.
Questo però non deve farci perdere di vista l’importanza del passaggio di Sua figlia dall’essere bambina al divenire adolescente-piccola adulta: Sua figlia, quindi, sta probabilmente attraversando una delle fasi che caratterizza quest’età che è quella del raggomitolarsi in se stessa e cercare (…e forse non trovare) scorgere da sola la strada verso se stessa, verso quello che desidera fare, ascoltarsi, esplorare e gestire anche la noia e la “giusta fatica di crescere”. Già per gli adolescenti “il crescere” comporta una gran fatica che spesso viene confusa con la pigrizia.
D’altra parte, il consiglio costante è quello di non minimizzare gli atteggiamenti di apatia e passività, perché è stato dimostrato che la pubertà comporta un netto aumento dei rischi di instabilità dell’umore, fino al rischio di una lieve depressione. Dopo la pubertà infatti, i disturbi dell’umore appaiono triplicati nelle ragazze rispetto ai maschi. Può accadere che lo “scompiglio” ormonale in atto “destabilizzi” l’umore fino a far ruzzolare l’adolescente in uno stato di inerzia, senza più interessi né passioni.
Attenzione, non sempre tutto “passa col tempo”, ma il suggerimento è quello di divenire bravi osservatori dei propri figli e di capire quando sia il momento giusto di chiedere consiglio ad uno specialista del settore, il che non significa aver fallito come genitore, ma al contrario prendere in mano le redini della situazione e senza piangersi addosso cercare una soluzione concreta e pratica. Una diagnosi corretta, anche di depressione, se questo è il caso, può invece attivare il percorso di cambiamento quanto prima.
Per i consigli pratici, mi sento di dirle che non servono le urla e gli scossoni controproducenti, quanto invece è utile il tentare di mantenere un buon rapporto, empatico e di fiducia, con un dialogo aperto, evitando di sommergerla di domande controllanti!
Sarebbe utile un diverso coinvolgimento affettivo della famiglia, in questo caso della mamma: potrebbe coinvolgere sua figlia nel fare qualcosa insieme, qualcosa che accenda la sua voglia di fare ma che non comporti il dispendio di troppe energie, quindi andare per gradi. Potrebbe prepararsi una scaletta con 10 possibili proposte alternative di cose da fare insieme “es. preparare un dolce, fare una passeggiata, fare manicure, mettere lo smalto, fare shopping…” . Assicurarsi, infine, che la ragazza mantenga una giusta regolarità nei ritmi di sonno e nelle abitudini alimentari, per evitare che si trascini stanca dalla poltrona al divano al letto!
Dott.ssa Marta Morelli