Lo psicologo risponde cosa accade quando si ha la sensazione di rivivere un momento già vissuto

Lo psicologo risponde cosa accade quando si ha la sensazione di rivivere un momento  già vissuto

 

Carissimo dottore…cosa accade nella nostra mente quando ci sembra di rivivere un momento già vissuto? E comunque si ha la doppia consapevolezza che di fatto nella vita attuale non si è vissuto. Grazie mille. D.

 

Il film Déjà vu -Corsa contro il tempo è una strategica unione tra regole quantistiche, azione, fascino, che vedono l’agente dell’ATF (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosive) Doug Carlin coinvolto nelle indagini sull’esplosione di un traghetto a New Orleans che ha causato la morte di oltre 500 vittime.

Determinato a catturare il colpevole, Doug collabora con l’FBI avendo magicamente accesso ad uno straordinario laboratorio di fisica in cui le immagini registrate dalle telecamere del luogo del disastro vengono rielaborate in modo da creare un salto temporale di quattro giorni.
L’impresa lo porterà tanto avanti nella scoperta della verità, da innamorarsi della donna assassinata e decidere di salvarla, tornando indietro nel tempo.

In linea teorica è solo un film con Denzel Washington (consiglio di vederlo) ma la maggioranza delle persone (almeno un buon 80%) ha sperimentato, almeno una volta nella vita, il fenomeno del déjà vu.

La sensazione di aver vissuto già un’esperienza, di aver visitato già un luogo e di aver già parlato di un argomento specifico con una determinata persona, sono senza dubbio, esperienze straordinariamente affascinanti.

Solo negli ultimi anni gli scienziati hanno fatto chiarezza su tale fenomeno, cercando di dare una spiegazione, appunto scientifica.

Se le prime ipotesi parlavano di “errore della memoria” o “alterazione mnemonica”, giustificando una sorta di sbaglio nei vari e famosi cassetti in cui era depositato un ricordo falso, altri studiosi si sono soffermati su un “effetto eco”, ovvero una asincronia tra gli emisferi.

Alcuni  psicologi hanno suggerito che il déjà vu si verifica per un fenomeno di “somiglianza”, ovvero quando gli aspetti emotivi e cognitivi di una certa situazione, sono simili a quelli di episodi già vissuti in precedenza. Quindi, molti dati e informazioni accumulate nel corso della nostra esistenza, potrebbero generare quella particolare sensazione di familiarità.

In realtà, secondo alcuni recenti studi, non si tratta di una alterazione del ricordo e neanche di qualcosa vissuto nei sogni o magari in vite precedenti. Uno studio del Cnr (Ibfm-Cnr), dimostra, “banalmente” come il fenomeno, almeno nelle persone che lo sperimentano frequentemente, sia probabilmente legato alla presenza di particolari anomalie nella morfologia del cervello.

Esistono, però, altre spiegazioni alternative, come quelle che associano il déjà vu a capacità profetiche, oppure al ricordo di una vita precedente.

Il déjà vu è certamente un fenomeno affascinante e universale e, nonostante le numerose teorie, la sua origine e le moderne spiegazioni neuroscientifiche, potrebbe apparire ancora un mistero.

Il dott. Michio Kaku, fisico teorico, ha proposto un’interessante connessione tra il fenomeno del déjà vu e l’esistenza degli universi paralleli. Lo studioso è  impegnato da anni nello studio della Teoria delle Stringhe, secondo la quale il tessuto fondamentale dell’Universo è costituito da oggetti ad una dimensione, simili a stringhe o membrane, in vibrazione: in base alla tensione e alla frequenza di vibrazione verrebbero prodotte e sostenute le particelle elementari.

Una delle riflessioni conseguenti tale teoria, soprattutto sul versante matematico, è che il mondo che conosciamo non è completo!

Oltre alle  dimensioni con cui abbiamo a che fare con una certa familiarità (il tempo e lo spazio tridimensionale) esisterebbero altre sei dimensioni spaziali extra, presenti in forme geometriche invisibili in ogni singolo punto nell’universo. Tali  dimensioni assumerebbero  forme diverse, ognuna delle quali, almeno teoricamente, rappresenterebbe un universo con le proprie leggi fisiche (Universi paralleli).

Tale  prospettiva, oggi teoricamente ipotizzabile, si sposa bene con la fisica quantistica che afferma che esisterebbe la possibilità che il déjà vu sia causato dalla nostra capacità di “saltare” da un universo all’altro!

Non si tratta di fantascienza, considerato che anche il prof. Steve Weinberg, vincitore del premio Nobel, è un sostenitore dell’idea del Multiuniverso. Weinberg afferma: “Esiste un numero infinito di realtà parallele che convivono con noi nella stessa stanza”. Il déjà vu, forse, rappresenterebbe proprio una finestra aperta in un universo parallelo.

Mi piace pensare, poeticamente, che possano esistere altre possibili spiegazioni ai vari fenomeni umani, oltre a quelle che riusciamo solo ad immaginare. Di fatto, la mera constatazione di non percepire qualcosa, non significa semplicemente che questa cosa non possa esistere!

Dott.Psicologo,Criminologo Mirco Turco

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